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Come cambia il Bonus Mobili nel 2021? La più grande novità è l’innalzamento del limite massimo di spesa da 10.000€ a 16.000€.
In questo articolo approfondiremo il funzionamento del Bonus Mobili e potrai trovare esempi e guide dell’Agenzia delle Entrate.
Leggi l’articolo aggiornato sul Bonus Mobili 2022.
INTRODUZIONE
In cosa consiste il Bonus Mobili? Si tratta di un credito usufruibile con la dichiarazione dei redditi, destinato alle persone fisiche che devono arredare un immobile o le sue pertinenze.
Si può usufruire di una detrazione Irpef pari al 50% su una spesa massima di euro 16.000 per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe A+ (A per i forni) sostenuta su un immobile in ristrutturazione.
L’agevolazione deve essere ripartita fra i beneficiari che ne hanno diritto in dieci quote annuali di pari importo.
La somma di euro 16.000 è sostenibile per ogni immobile in cui si effettuano lavori di ristrutturazione.
Sebbene la normativa, di base, possa sembrare semplice, è sempre bene fare qualche precisazione. La detrazione è del 50% su una spesa Massima di 16.000€. Quindi se acquistiamo dei mobili o una cucina, al massimo, ci saranno restituiti 8.000€ in quote annuali di 800€ per 10 anni. Se stai per acquistare una cucina, scopri come richiedere il Bonus mobili per l’acquisto di una cucina.
Viene da se che in caso di spesa superiore avremo diritto solo alla detrazione massima di 8.000€ e in caso di spesa inferiore, avremo diritto solo alla percentuale del 50% sull’importo speso.
ESEMPIO:
1- Acquisto una Cucina del valore di 20.000€: ho diritto al bonus Mobili nel suo valore massimo di 8000€ in quote annuali di 800€ per 10 anni.
2 – Acquisto Mobili per un valore di 15.000€: ho diritto al 50% di 15.000€ ovvero 7.500€ ripartiti in 10 quote annuali di 750€.
IL BONUS MOBILI SI PUÒ RICHIEDERE IN OGNI CASO ALL’ACQUISTO DI UN MOBILE?
La risposta è no! Il Bonus Mobili 2021 può essere richiesto solo a fronte di un intervento di ristrutturazione edilizia iniziato non prima del 1° gennaio 2020 ( per chi acquista l’arredo nel 2021), oppure con l’acquisto di un condizionatore o sostituzione di una caldaia (in questo caso si parla di bonus Mobili senza ristrutturazione). Per avere il bonus mobili nei casi di acquisto condizionatore/caldaia non è necessario effettuare una ristrutturazione, tuttavia l’immobile deve essere già esistente e con destinazione d’uso residenziale. Viene da se che gli interventi di ristrutturazione su immobili NON residenziali, non danno diritto al Bonus Mobili. Inoltre gli interventi devono essere di Manutenzione straordinaria per abitazioni residenziali, mentre per i condomini basta una manutenzione ordinaria.
RIEPILOGANDO:
Un dubbio può sorgere su come vengono classificati dall’Agenzia delle Entrate i tipi di lavori.
Ecco una classificazione generale dei lavori edili:
Quindi cosa costituisce, all’atto pratico, una manutenzione straordinaria per abitazioni singole?
Invece cosa costituisce una manutenzione ordinaria o straordinaria su condomini (parti comuni di edifici)?
ESEMPIO:
Spostare un termosifone, fare un buco nel muro, togliere una porta, NON è manutenzione. Per manutenzione si intende un lavoro che va a sostituire, riparare o ripristinare con migliorie l’attuale stato dell’immobile o parti di esso. Se il lavoro non comporta aperture di pratiche in Comune (scia) è sufficiente che chi esegue il lavoro sia un professionista, che emetta fattura per la manutenzione svolta, che sia pagata con la legge della ristrutturazione e dichiarata nei redditi per il recupero al 50%
Qui sotto trovi tutti i documenti di riferimento dell’Agenzia delle Entrate utili per il Bonus Mobili:
Nonostante il Bonus Mobili, dal 2020 al 2021, porti con sé un importante aumento da 10.000€ a 16.000€ di soglia massima, tanti hanno sperato sino all’ultimo allo sconto in fattura e alla cessione del credito. Sia la cessione del credito che lo sconto in fattura avrebbero comportato un notevole
Purtroppo questo 6 Maggio 2021, lo sconto in fattura e la cessione del credito sono stati bocciati dalla Ragioneria dello Stato.
Ma in cosa consistono lo Sconto in Fattura e la cessione del Credito?
Lo Sconto in Fattura è una modalità di rimborso avrebbe consentito di ottenere uno sconto dello stesso importo della detrazione del Bonus Mobili, ovvero del 50%, applicato direttamente sulla fattura del fornitore invece di spalmarlo tramite dichiarazione dei redditi in 10 anni come invece previsto attualmente.
La Cessione del Credito per il Bonus Mobili avrebbe avuto lo stesso risultato dello sconto in fattura ma, mentre quest ultimo viene concesso al contribuente direttamente dall’impresa, la cessione del credito va chiesta a banche, intermediari finanziari, fornitori o altri terzi che intervengono nella pratica anticipando la spesa per il committente.
Per usufruire del “Bonus Mobili”, è possibile effettuare l’acquisto degli arredi, oltre che con bonifico bancario o postale, anche tramite Bancomat o Carta di Credito in base alla circolare 29/2013.
Tuttavia è necessario tenere traccia di tutta la documentazione relativa al pagamento, come l’addebito sul Conto Corrente, Scontrini e fatture che attestino l’avvenuto acquisto, avendo cura di controllare che specifichino la natura, quantità e qualità dei beni acquistati.
Anche uno scontrino che NON riporta il Codice Fiscale dell’acquirente può essere utilizzato purché rispetti i criteri che abbiamo indicato sopra e sia riconducibile al titolare del bancomat in base alla corrispondenza con i dati del pagamento, ossia esercente, importo, data e ora in base alla circolare 11/2014.
Ma se si paga tramite bonifico, cosa bisogna mettere sulla Causale? Per il Bonus Mobili, il riferimento normativo è l’art. 16, comma 2, DL 63/2013
Vediamo un esempio di causale per il BONUS MOBILI:
Lavori art. 16, c. 2, DL 63/2013, Fattura 12 del 06/05/2021 a favore di Silvia Pittarello 0030636337. Fruitore: Andrea Dittadi DTTNDR88M23D325Z;
Spesso può capitare che non ci sia spazio sufficiente per scrivere l’intera causale. Saremo quindi costretti a compattarla come possibile.
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